Classe 1935, nato nella fertile e antica “Campania Felix” e precisamente nel ridente borgo di Casanova di Carinola, Umberto Di Donato, da oltre cinquant’anni colleziona e cataloga macchine da scrivere e da calcolo meccaniche. La sua passione è una sorta di omaggio agli strumenti, innovativi della sua giovinezza, la cui conoscenza e capacità d’uso hanno costituito un autentico fil rouge, accompagnandolo e spesso favorendolo per tutta la vita.
«Nel 1951», racconta infatti, «frequentavo il primo anno dell’istituto tecnico e, dopo la scuola, mio padre mi faceva andare nel suo ufficio per provare a scrivere a macchina. Così ho “conquistato” la mia carta professionale in più: a quel tempo ero uno dei pochi a vantare questa capacità”. Nel 1955, durante i tre anni di militare nel Corpo della Guardia di Finanza, Di Donato viene destinato agli uffici dopo che i superiori ebbero scoperto la sua abilità alla tastiera. Nello stesso modo, nel ’58, al suo arrivo a Milano viene assunto subito alla Banca Commerciale Italiana proprio perché capace di scrivere a macchina. Vi lavorerà per trent’anni, diventando nel tempo direttore di importanti filiali.
“In Comit uno dei miei incarichi era occuparmi del rinnovo del parco macchine da scrivere. Quando le cambiavamo, una la tenevo sempre. In questo modo è iniziata la mia collezione».
Oltre a occuparsi in prima persona del Museo della Macchina da Scrivere e dell’Associazione Cuturale che porta il suo nome, Di Donato dipinge e scrive libri: “Il tasto magico” che raccoglie i ricordi del servizio militare svolto negli anni 1955-56 e che gli ha procurato il riconoscimento della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Antrona-Schieranco; “La penna, il tasto e il mouse”, sulla storia della macchina da scrivere e la creazione del Museo della Macchina da Scrivere; “La Scrittura degli Dei e di Braille”, un saggio sulle origini della scrittura; “Non più guerra”, con i ricordi del periodo bellico 1940/43 e la storia familiare.