Ieri, martedì 16 maggio 2023, una giornata eccezionale al museo. Tre scolaresche si sono alternate in visita alle nostre “macchinette”. Due della prima media Quintino Di Vona di Milano, al mattino, e una al pomeriggio di Terza Media C. Tommaseo di Busto Arsizio. Una meraviglia, vedere circa sessanta ragazzi, silenziosi e con gli occhi fissi, desiderosi di conoscere e toccare i nostri vecchi strumenti di scrittura e di calcolo, usati nello scorso secolo anche dai loro genitori o dai loro nonni.
Non è possibile immaginare l’interesse che suscitano le storie che riusciamo a tessere intorno a ogni macchina e soprattutto a trasmettere la storia dello sforzo, lungo quattro secoli, compiuto dall’uomo per ottenere la costruzione dei modelli finali, quelli che noi abbiamo avuto la fortuna di utilizzare. Giornalisti, professionisti, scrittori di fama, politici e poeti hanno finalmente avuto la possibilità di scrivere con i caratteri di stampa, inventati a Magonza da Johannes Von Gutenberg, nel 1450 d.c.
I pezzi rari della nostra collezione hanno incantato non solo gli allievi ma anche i docenti che li accompagnavano, e che sono stati i primi ad annotare l’interesse e la curiosità suscitata negli studenti. Io e due miei collaboratori eravamo stanchi, dopo circa cinque intense ore trascorse in piedi per l’accompagnamento e l’illustrazione dei pezzi più significativi, ma non ce ne siamo accorti, intenti a cercare di appagare nel migliore dei modi i nostri visitatori. Ma il piacere e la soddisfazione non ci facevano sentire la stanchezza, intenti com’eravamo a intrattenere i nostri ospiti.
Io me ne sono reso conto solo quando sono salito in auto per tornare a casa: gli occhi contenti di quei ragazzi mi avevano trasmesso tanta felicità!