Un casertano che ama la nostra città: Babbo Natale ci ha portato in regalo un nuovo libro del nostro Presidente
Il nostro giornale più di una volta ha avuto l’opportunità di parlare di lui. Si tratta di Umberto Di Donato, scrittore e fondatore in Zona 9, via Menabrea 10, del Museo della Macchina da scrivere. Ha pubblicato diversi libri, ma per Natale è tornato in libreria con un nuovo lavoro per parlare proprio della nostra città, della sua storia e delle sue bellezze, scoperte quando nel 1956 giunse a Milano proveniente da Caserta. Ne rimase affascinato e oggi, sessantaquattro anni dopo, è ancora qui con noi.
Lo abbiamo incontrato recentemente e ben volentieri ha risposto alle nostre domande.
Perché venne a Milano la prima volta? “-La prima volta venni il 25 aprile 1956 per visitare la Fiera Campionaria, allestita nella vecchia sede di Piazzale Giulio Cesare, ma non persi l’occasione per fare un giro in centro: piazza del Duomo, piazza della Scala, il Castello degli Sforza. Fui subito conquistato dalla maestosità dei suoi monumenti e fu amore a prima vista-”.
E poi, per quale motivo ritornò in città? “-L’anno successivo ritornai in cerca di lavoro e volli tentare proprio in questa città che aveva suscitato in me tanto interesse. Volevo mettere a frutto il diploma di ragioniere che avevo conseguito presso l’Istituto Tecnico di Caserta, che occupava un piano della maestosa Reggia dei Borboni, costruita dall’architetto Luigi Vanvitelli, di cui fu allievo per alcuni anni il vostro Giuseppe Piermarini, costruttore del Teatro alla Scala, della Villa Reale di Monza, della ristrutturazione del Palazzo Ducale di piazza Duomo, del Castello Sforzesco, del palazzo Belgioioso e molti altri, tanto da meritare la nomina a Imperial regio architetto e ispettore delle fabbriche per tutta la Lombardia. Alla fine degli anni ‘50 l’Italia era ancora impegnata nei lavori di ripristino dei danni causati dalla guerra e nella ricostituzione delle industrie e del commercio e non era difficile inserirsi nel mondo del lavoro per chi aveva una buona preparazione- “.
Quindi ha trovato subito lavoro? “-Non proprio subito, ma diciamo che non fu molto difficile. Dopo vari colloqui e esami ebbi la fortuna di essere assunto proprio in pieno centro di Milano, nella centrale Piazza della Scala, dalla primaria Banca Commerciale Italiana (COMIT), che in quel periodo registrava un inaspettato sviluppo a sostegno delle nuove iniziative industriali. Da allora non ho più lasciato la Lombardia e Milano, affascinato sempre più man mano che scoprivo la sua storia e il suo immenso patrimonio di opere d’arte, i suoi giardini. Il legame tra me e Milano si è rafforzato in seguito con la formazione di una bella famiglia e la nascita dei miei tre figli e dei miei conseguenti sette nipoti. La foto che vi mostro (sono quello in abito scuro)
è stata scattata quel lontano 25 aprile 1956 dal collaboratore di un fotografo collocato nel mezzanino di piazza Duomo; questo faceva le foto ai turisti di passaggio e poi li trascinavano nel sottostante negozio dove nel giro di appena 10 minuti di attesa la foto era pronta. Quasi un miracolo per l’epoca-“
Ma non mi ha ancora detto il titolo del nuovo libro. “-Ha ragione, l’ho chiamato: Il MONDO COMIT IN UNA CITTA’ FANTASTICA. Da Caserta a Milano, passando per Antrona, Novara e Sesto S. Giovanni – Ediz. QUATTRO”. Le piace? Ho voluto tramandare il ricordo della mia prima esperienza lavorativa in piazza della Scala e descrivere i passaggi più significativi della storia di Milano e i monumenti e le opere architettoniche che più mi hanno colpito, man mano che le scoprivo. E ciò in segno di riconoscenza e ringraziamento verso la città e suoi abitanti che mi hanno accolto, dandomi l’opportunità di esprimermi e di migliorare.”