Museo della macchina da scrivere
  • Il museo
  • L’associazione
  • La storia
  • I personaggi
  • Pubblicazioni
  • Articoli
  • Area stampa
    • Rassegna stampa
    • Comunicati stampa
  • Contatti
Ultimi articoli
L’Italia di 75 anni fa come l’Ucraina di...
Il museo di Macchine da scrivere ritorna ad...
LA STENOTYPE MICHELA del Senato della Repubblica Italiana
Il Covid-19 ci ha già cambiato la vita
Il Mondo Comit in una città fantastica
NEANCHE IL COVID-19 CI HA FERMATI
I TALENTI DELLE DONNE: Il nostro Programma
Ultimo evento 2019 del Museo di via Menabrea
Altre iniziative del mese di Dicembre 2019
Mostra al 31° Piano del Grattacielo Pirelli

Museo della macchina da scrivere

Banner
  • Il museo
  • L’associazione
  • La storia
  • I personaggi
  • Pubblicazioni
  • Articoli
  • Area stampa
    • Rassegna stampa
    • Comunicati stampa
  • Contatti
News

Al Museo la macchina da scrivere di Ernest Hemingway

5 gennaio 2018

Durante la sua irrequieta esistenza Ernest Hemingway è venuto diverse volte a Milano.  Il ricordo di lui è inciso in una lapide di marmo che il Comune pose in via Armorari, sul fronte di un prestigioso palazzo d’epoca, a 50 metri dalla centralissima Piazza Duomo. Recita così: “Nell’estate del 1918 in questo edificio, adibito a Ospedale della Croce Rossa Americana, ERNEST HEMINGWAY ferito sul fronte del Piave, fu accolto e curato, così nacque la favola vera di Addio alle Armi”. Altre iscrizioni relative ai suoi passaggi si trovano a Bollate e a Lambrate. Nacque così un legame profondo tra lo scrittore e la città lombarda, tanto che vi soggiornò diverse volte durante i suoi numerosi viaggi in Europa.

La targa dedicata a Hemingway in via Armorari a Milano

La targa dedicata a Hemingway in via Armorari a Milano

Vissuto a cavallo delle due grandi guerre del XX secolo, il giovane americano ne fu il più appassionato e ostinato cronista, attraverso i suoi numerosi scritti.

Nato in periferia di Chicago nel 1899 a soli 18 anni, quando gli Stati Uniti entrarono nella Prima Grande Guerra a fianco delle Forze dell’Intesa, spinto da uno spirito battagliero chiese volontario di parteciparvi, ma per un difetto visivo venne escluso. Deciso ad essere presente sul campo di battaglia, riesce ad inserirsi nel corpo della Croce Rossa Internazionale come autista di autombulanza e ottiene in questo modo di venire in Europa per “vedere la guerra da vicino”. Inizia così la sua vita avventurosa e ricca di imprevisti. In questo modo arriva a Milano e poi al fronte del Piave sul Pasubio, dove riesce anche a stabilire una collaborazione con il giornale locale “Ciao”. Ma a luglio ferito dalle schegge di una bombarda e dai proiettili di una mitragliatrice viene trasportato all’ospedale della Croce Rossa Americana di Milano, dove rimane ricoverato per tre mesi, ricevendo al termine la Medaglia d’Argento al valore Militare italiana. Finita la guerra ritorna in America accolto da eroe. Si trasferisce prima a Chicago e poi in Canada a Toronto, dove incomincia la collaborazione con il “Toronto Star”, che lo invia nuovamente in Europa. Diventa il più grande reporter di guerra. Spirito ribelle e testardo ama viaggiare. Ritorna in Italia, a Genova, per seguire la Conferenza Internazionale sull’economia, terminata con il famoso Accordo di Rapallo. Incontra i personaggi politici più in vista, tra cui Benito Mussolini e visita le nostre città di Aosta, Pisa, Sirmione, Cortina d’Ampezzo e Venezia e infine si trasferisce a Parigi, dove dedica gran parte della giornata alla stesura dei suoi scritti.

La macchina da scrivere utilizzata da Hemingway

La macchina da scrivere utilizzata da Hemingway

La macchina da scrivere preferita fu la Underwood, una delle prime portatili, prodotta in Usa. Con l’ausilio di questo strumento scrive i suoi grandi capolavori, tra cui “Addio alle armi”, “Fiesta”, “Il vecchio e il mare”, “Per chi suona la Campana”, ricevendo il premio Pulitzer nel 1953 e il Premio Nobel per la letteratura nel 1954. Purtroppo la sua vita finisce presto e in tragedia, a 62 anni, affetto da prematura malattia mentale, ma questo non toglie nulla alle sue innate e grandi capacità espressive. Ho voluto ricordare alcuni passaggi importanti della sua esperienza da inviato di guerra, perché nei vari spostamenti nel suo bagaglio non mancava mai la fida cassetta che conteneva la piccola Underwood, maneggevole e agile, formata da sole tre file per complessivi 28 tasti (84 caratteri) più tre comandi. Un esemplare usato di questa macchina costruita nello stabilimento di Hartfort nel Connecticut (Usa), l’acquistai molti anni orsono in un vecchio bar “Antico Caffè”, all’angolo della via Magenta con la via San Giovanni sul Muro, zona che frequentavo nei primi anni del mio arrivo a Milano, quando abitavo in Piazza Castello n. 3 (1958/60), e mi fu detto che era stata lasciata da Heminqway, affezionato cliente, quando passava da Milano e andava a rivedere il vecchio Ospedale della Croce Rossa, poco distante, in via Armorari. Non ho le prove di questa affermazione, ma è molto attendibile perché quel tratto di strada è vicino al Museo archeologico, vicino a Villa Litta, poco distante dalla Chiesa di origine paleocristiana, di San Maurizio Al Monastero Maggiore, con il convento di clausura femminile e i resti della città Imperiale con il palazzo di Massimiano.

Questo esemplare, molto robusto, ancora oggi ben funzionante, a me caro, è esposto al Museo della Macchina da Scrivere, via Menabrea 10 di Milano, a disposizione dei visitatori (tel. 3478845560), nella speranza di raccogliere ulteriori informazioni sulla sua provenienza.

Chi desidera può provare l’emozione di mettere le dita su una tastiera usata da uno dei maggiori scrittori del secolo scorso, che ci ha emozionati con i suoi capolavori, trasformati anche in lungometraggi di grande successo dalla cinematografia internazionale.

Al Museo la macchina da scrivere di Ernest Hemingway was last modified: gennaio 5th, 2018 by Umberto Di Donato
0
Facebook Twitter Google + Pinterest
articolo precedente
Il Museo al Festival delle corrispondenze
articolo successivo
Le principali attività svolte dal Museo della Macchina da Scrivere di Milano

Related Articles

36781699_486467085140221_3292463388709355520_o

Dante e Beatrice a Balocco con la Macchina da scrivere

16 luglio 2018
Una Williams del 1887, una delle macchine conservate al Museo di Milano che verranno esposte a Pavia.

Attività svolte nell’anno 2018 – Museo della Macchina da Scrivere

14 gennaio 2019
61933560_2970384263001907_5076280542165467136_n.jpg ivrea

Il 31 Maggio a Ivrea si è parlato della Olivetti e anche del nostro Museo della Macchina da scrivere

2 luglio 2019
Il presidente e fondatore del Museo della Macchina ds crivere Umberto Di Donato con l'Assessore alla Cultura Giacomo Galazzo

Nel cuore di Pavia, la mostra del Museo e il concorso di dattilografia Indro Montanelli

7 febbraio 2017

Donazioni

Donazioni

Meno di un caffè al giorno e contribuisci concretamente all’attività del Museo della Macchina da scrivere!

Sottoscrivi

Il museo

Il museo

Nel 2006, grazie allo spirito di iniziativa di un appassionato collezionista, Umberto Di Donato, nasceva a Milano, nel suggestivo quartiere Isola, il Museo della Macchina da Scrivere: 200 pezzi comprese alcune macchine da calcolo. Oggi, a distanza di dieci anni, la collezione ammonta a 1800 macchine...

Continua a leggere

L’associazione

Quella intitolata a Umberto Di Donato (Presidente e fondatore), è un’associazione senza fini di lucro nata nel 2006 che ha per Statuto lo scopo di promuovere iniziative culturali, lo svolgimento e l’assegnazione di premi letterari...

Continua a leggere

Newsletter

©2016 - Museo della macchina da scrivere. Tutti i diritti sono riservati. Sviluppato da OnLime


Torna in alto