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Eventi

Versi fra i tasti. Marina Corona: “La poesia ha perso i maestri”

22 ottobre 2016

Marina Corona durante il reading. Alla sua sinistra il manichino che ricorda Lilly, figlia e dattilografa dell’inventore Christopher Latham Sholes

“Non abbiamo più i nostri maestri”…

“Ma i nuovi maestri siete voi…”

In questo botta e risposta si riassume molto di quanto ha trasmesso l’incontro con la poetessa Marina Corona, dal titolo “Silenzio e poesia”. Venerdì 21 ottobre si è svolto il primo appuntamento della rassegna “Versi fra i tasti”, che offre l’opportunità di dialogare con poeti e poetesse fra i tasti (appunto) delle macchine da scrivere del Museo. Nella nostra contemporaneità effimera e fagocitante, soprattutto nelle grandi città, silenzio e poesia sono un lusso che presuppone la conquista di spazi propri fuori dai ritmi frenetici della produttività a tutti i costi. Un lusso che  gli ospiti arrivati al museo nonostante l’incombente sciopero nel settore dei mezzi pubblici, hanno potuto concedersi abbondantemente. L’autrice ha paragonato il ticchettio delle macchine da scrivere ai passi delle persone, al battere dei tacchi. Tacchi, tasti, versi, assonanze e rime, evocazioni, emozioni, un’atmosfera  magica che per un paio d’ora ha avvolto il pubblico.

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Di Marina Corona pubblichiamo due delle poesie che ha letto, dalla raccolta “L’ora chiara” (Jaca Book).

L’orecchino

Se tu fossi la neve

io sarei il tuo fiocco più molle

se tu fossi la notte

io sarei il più silenzioso campo

se tu fossi il sonno

io sarei il più profondo respiro

se tu fossi la luna

io sarei la tua fronte pensosa

ma se tu fossi il corsaro

io sarei quell’orecchino di smeraldo

che ti morde l’orecchio.

 

Strega

Strega

io non ho talismani

vengo a te con queste mani

slargate sugli occhi per guardarti

nella fessura delle dita

la mia vita non è che il ramarro

gettato nel calderone ma se mi faccio cane

alla catena del tuo braccio

sarà per divorarti nella notte

della ribellione quando l’ultima ortica

splenderà come un lampione

d’irritante amore.

La poetessa Marina Corona

La poetessa Marina Corona

Marina Corona, milanese che ha vissuto molti anni a Roma, è una significativa esponente del panorama poetico italiano, almeno a partire dal 1990, quando ricevette il Premio Internazionale Eugenio Montale per la sezione inediti. Tra i suoi libri, le raccolte di poesie Le case della parola (1993), L’ora chiara (1998, Premio Internazionale Eugenio Montale per la sezione editi, Premio Guido Gozzano, Premio Alghero – donna, Premio Circeo – Sabaudia, Premio Letterario Internazionale “Maestrale”- San Marco) e I raccoglitori di luce (2006, finalista al premio Lorenzo Montano), e il romanzo La storia di Mario (2013). Altre opere: la traduzione di Dialogo con Heidegger e della prefazione al volume fotografico Mariana Yampolski, partecipazione alla stesura del Dizionario filosofico e al Dizionario del comico. I suoi testi sono stati tradotti in spagnolo e inglese. Ha curato cicli di lettura di poesia presso il Circolo della stampa, Archivi del 900 e La casa della cultura di Milano, dove tiene tutt’ora un ciclo dedicato alla grande poesia femminile. Sta per uscire il suo nuovo libro di poesie Un destino innocente.

 

Versi fra i tasti. Marina Corona: “La poesia ha perso i maestri” was last modified: ottobre 22nd, 2016 by Saverio Paffumi
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