Nella foto: la locandina con le informazioni per la gara di sabato, organizzata dal Museo della Macchina da Scrivere presso il Centro Commerciale e Ipercoop di piazzale Lodi, a Milano.
Si chiama tape-in ed è una nuova tendenza che proviene dagli States: i giovani, soprattutto, si riuniscono nei bar più trendy di New York e si mettono a scrivere a macchina. Già. Quello che per molte donne negli Anni Sessanta ha costituito uno dei primi mestieri in grado di permettere all’altra metà del cielo una certa indipendenza economica, la dattilografa, come ormai sempre più spesso accade in questi nostri tempi cosi ricchi di contraddizioni, è il nuovo passatempo antinoia tecnologica da esplorare, sperimentare, imparare.
Nessuna sorpresa per Umberto Di Donato, fondatore del Museo della macchina da scrivere e grande conoscitore ed appassionato di quei piccoli gioielli meccanici: da tempo organizza concorsi di scrittura a macchina dedicati al più giovani. Come quello che si è tenuto sabato 19 novembre dalle 10 alle 17 presso l’Ipercoop all’interno del Centro Commerciale Piazza Lodi di Milano, e che ha visto più di cento persone cimentarsi con tasti e rulli. Si trattava della nona edizione del Concorso di Dattilografia Indro Montanelli, ideato da Di Donato proprio per non perdere il piacere di scrivere “all’antica”, affidandosi al fascino materico della carta e dei caratteri della macchina, che compongono originali unici, fotocopiabili, ma non ripetibili. L’ideale per scritti che si vogliono mantenere riservati, come hanno capito i servizi segreti di molti paesi, o per lunghe lettere privatissime e magari, perché no, romantiche.
Vincitrice della gara, che consisteva nello scrivere una frase con il minor numero di errori e nella migliore composizione formale (spazi, accapi…) è stata Chiara Favia, che al centro della foto vediamo sorridere con il microfono in mano, fra lo stesso Di Donato e la dottoressa Stefania Aleni, direttrice del giornale di zona Quattro, media partner del Museo, in questa occasione. A Chiara è andata in premio una bellissima portatile Olivetti, mentre alla dottoressa Aleni Umberto Di Donato ha consegnato un modello di calcolatrice meccanica (nelle foto in basso, la macchina calcolatrice Numeria, che veniva prodotta a Milano dalla ditta Lagomarsino; Stefania Aleni con Umberto e Pina Licata davanti al manifesto dell’evento esposto nel centro commerciale).